Paziente a rischio disfagia: il ruolo del MMG
l problemi di deglutizione non sono rari nella popolazione generale e, soprattutto, negli anziani.
Per ridurre l'insorgenza di rischi, la diagnosi deve essere il più precoce possibile e qui entrano in gioco i responsabili delle cure primarie.
Il primo sospetto di disfagia dovrebbe derivare dall’attento ascolto e osservazione del paziente anziano, partendo dal presupposto che un soggetto over 75 può essere considerato in linea di massima un potenziale paziente a rischio.
Lo specialista che svolge un ruolo determinante nella prima fase diagnostica è il Medico di Medicina Generale (MMG) che abitualmente presta le cure primarie ai suoi assistiti. Il MMG può raccogliere informazioni relative allo stato di salute del paziente, con particolare riguardo a deglutizione, ma anche a motricità, stato cognitivo, abitudini alimentari, stili di vita e funzioni sensoriali.
Tratto da Linee guida sulla Fragilità nell'anziano (update 2015)
COSA CHIEDERE AL PAZIENTE PER VALUTARE I RISCHI PER LA SALUTE | |
---|---|
Valutazioni | Domande |
Come si svolge la giornata tipo |
|
L'igiene e la cura della persona |
|
Le abitudini alimentari |
|
Osservazione del paziente |
|
Terapia farmacologica |
|
Valutazione dello stato fisico |
|
Valutazione ambiente domestico |
|
Prevenzione |
|
Il MMG, dopo aver fatto le opportune valutazioni per confermare i sospetti e/o gestire i bisogni e i trattamenti più adeguati per il paziente, può poi richiedere l’intervento di altri Specialisti, come ad es.: geriatra, foniatra, logopedista, nutrizionista, psicologo, fisioterapista, infermiere, assistente sociale.
L’approccio multidimensionale a un paziente, soprattutto se anziano e con fragilità, comprende quindi la valutazione dello stato funzionale (approccio malattia/organo centrico), ma anche l’inquadramento del profilo psicologico, cognitivo, sociale, economico e spirituale del paziente (approccio che centralizza la salute globale del paziente).