Caratteristiche e proprietà degli enzimi proteolitici
Recenti studi clinici hanno valutato le applicazioni terapeutiche di specifici enzimi proteolitici (come tripsina, bromelina, ecc.) in caso di infezioni microbiche, infiammazioni ed edemi.
Specifici enzimi proteolitici (come tripsina, bromelina, ecc.) sono oggetto di recenti studi clinici per valutarne le applicazioni terapeutiche in caso di infezioni microbiche, infiammazioni ed edemi.
Gli enzimi sono macromolecole complesse di natura proteica che biocatalizzano molteplici reazioni che avvengono all’interno dell’organismo.
Adeguate concentrazioni di specifici enzimi sono essenziali per il funzionamento ottimale del nostro sistema immunitario in seguito ad attacchi di patogeni (batteri, virus, miceti, ecc.), agenti ambientali (radiazioni, ecc.) e anche patologie di natura infiammatorie di vario genere.
Studiati da lungo tempo, è stato scoperto che gli enzimi proteolitici (detti anche proteasi) – come tripsina, chimotripsina, bromelina, papaina - giocano un ruolo chiave nel controllo, eliminazione e prevenzione di alcune tipologie di infezioni e nel ridurre determinati processi infiammatori acuti e cronici. Per questo, negli ultimi anni sono stati condotti moltissimi studi clinici per valutare il ruolo e la sicurezza di questi enzimi nelle terapie sistemiche orali, da utilizzare da soli o a supporto dei tradizionali trattamenti farmacologici antimicrobici e/o antinfiammatori.
Le seguenti slide spiegano quali sono gli effetti fisiologici di alcune delle principali proteasi, le loro possibili applicazioni terapeutiche e le modalità per aumentarne la biodisponibilità.
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Relatori
Dott.ssa Daniela Piccini; Dott. Giovanni Martinetti Chimico e Tecnologo Farmaceutico, PhD in Chimica del Farmaco; Chimico e Tecnologo Farmaceutico, specialista in Assicurazione Qualità