La gestione nutrizionale del dolore muscolare nello sportivo
La gestione nutrizionale del dolore muscolare nello sportivo
L’integrazione orale di prodotti enzimatici ad attività antinfiammatoria si sta rivelando utile nella prevenzione e cura dei problemi muscolari funzionali da sovraffaticamento, comuni nello sportivo.
I DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness) sono deidisturbi muscolari funzionali da sovraffaticamento, secondo la classificazione proposta dal Munich Consensus Statement [1].
Si tratta di problematiche muscolari piuttosto comuni nella pratica sportiva, anche se non è possibile avere dati epidemiologici precisi. Il più delle volte sono disturbi non particolarmente gravi che permangono, dall’insorgenza alla remissione completa dei sintomi, per un periodo compreso tra le 72 e le 96 ore.
I sintomi tipici includono indolenzimento, dolore, rigidità e gonfiore a livello muscolare, con biomeccanica alterata nelle articolazioni adiacenti [2, 3].
Tali sintomi variano da molto leggeri a intensi, con inabilità all’esecuzione di determinati movimenti.
In questo articolo offriremo alcuni spunti di riflessione sui possibili benefici della terapia enzimatica nella prevenzione e trattamento dei DOMS.
Davide Allegri; Emanuele Pavesio
(1) Consulente scientifico
(2) Dietista, specializzato in nutrizione sportiva.
L’eziologia alla base dei DOMS non è ancora ben chiara [4], ma nell’ultimo decennio sono state proposte differenti teorie, che hanno un punto in comune: la contrazione muscolare di tipo eccentrico [2,3]. Questo tipo di contrazione causerebbe, in misura maggiore rispetto a quelle di tipo concentrico, danni ai tessuti muscolari (danno primario). Questi danni causano una susseguente risposta infiammatoria attraverso il rilascio di chemochine e il richiamo di macrofagi e neutrofili (danno secondario) [5, 6, 7].
L’accumulo di cellule infiammatorie causa l’entrata in gioco di altre molecole, come ad esempio la bradichinina, che ha effetti vasodilatatori e di aumento della permeabilità dei vasi. La bradichinina è responsabile, attraverso l’attivazione dei recettori B2, dei sintomi tipici dell’infiammazione.
La bradichinina può anche stimolare la fosfolipasi A2, con liberazione di acido arachidonico dalle membrane e conseguente aumento della formazione di prostaglandine e leucotrieni [8].
Questi ultimi possono a loro volta aumentare la permeabilità vascolare, facilitando l’adesione dei neutrofili nella zona danneggiata. L’attività fagocitica è alla base di un ingente rilascio di ROS (Reactive Oxygen Species), che può indurre ulteriori danni a livello delle membrane cellulari [9, 10].
L’attivazione della cascata infiammatoria porta alla formazione di edema intramuscolare e all’accumulo di fluido interstiziale, con conseguente aumento della pressione a livello intramuscolare e attivazione delle fibre afferenti di tipo III e IV, con percezione del dolore [2]. La presenza delle già citate bradichinina e prostaglandine, unitamente ad altre sostanze ad azione proinfiammatoria quali istamina e NGF (Nerve Growth Factor), porta all’attivazione dei nocicettori e all’aumento della sensibilità al dolore [3, 11].
È pratica comune in ambito sportivo l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che, inibendo i recettori COX-2, limitano l’infiammazione e riducono il dolore [12]. Tale pratica non è esente da effetti collaterali e potrebbe avere un impatto negativo sulla rigenerazione del tessuto muscolare [4, 13].
Nel corso degli ultimi anni diversi supplementi nutrizionali sono stati presi in considerazione nel trattamento dei DOMS. Acidi grassi essenziali ω3 ed i derivati EPA e DHA [14], aminoacidi ramificati, taurina [2, 15, 16] e caffeina [16]. Anche i polifenoli sono stati oggetto di studio, con risultati non sempre concordanti [2]. Ne è un esempio la rutina, tra i cui possibili effetti possiamo ricordare: la riduzione dello stress ossidativo [17], del rilascio di istamina e dell’espressione delle citochine pro-infiammatorie [18].
Di sicuro interesse l’utilizzo della terapia enzimatica sistemica nella mitigazione degli effetti infiammatori e ossidativi legati ai DOMS, sia per la possibile efficacia sia per l’assenza di azione lesiva a livello gastrointestinale.
In particolare, la bromelina (gruppo di enzimi proteolitici estratti dalle Bromeliaceae) sembra avere effetti sulla riduzione della migrazione e adesione dei neutrofili (riduzione dei ROS) e sulla secrezione di citochine proinfiammatorie (TNF-α, IL-1β, IL-6) [17, 19]. Degni di nota anche gli effetti di down-regulation su PGE-2 (inibizione NF-kB, COX-2 e trombossano sintetasi) e up-regulation di PGE-1 [20].
La tripsina (endopeptidasi) sembra avere azione antiossidante e un ruolo nell’attivazione di PAR2, con conseguente azione modulatoria sulla risposta infiammatoria [17, 19, 21]. Oltre a questo, la tripsina compete con la plasmina nel legame con α1-antitripsina e α2-macroglobulina. Aumentando la disponibilità di plasmina, migliora la fibrinolisi, con conseguente ripristino del microcircolo e miglioramento dell’edema [22, 23].
La terapia enzimatica potrebbe quindi essere utile nella mitigazione dei DOMS grazie a un effetto analgesico e antinfiammatorio legato alla riduzione dell’edema, dei mediatori infiammatori e dello stress ossidativo. Tali effetti risultano maggiori utilizzando una combinazione di enzimi proteolitici e flavonoidi.
Il dolore da sovraffaticamento muscolare (DOMS), frequente negli sportivi, è dovuto principalmente a contrazione muscolare di tipo eccentrico che provoca danno muscolare e scatena un processo infiammatorio acuto.
La terapia farmacologica normalmente utilizzata si basa sull’utilizzo di FANS, farmaci antinfiammatori e antidolorifici efficaci che provocano frequenti effetti collaterali soprattutto a livello gastrico e che potrebbero avere un impatto negativo sulla rigenerazione del tessuto muscolare
L’utilizzo di una terapia nutrizionale integrativa sta dimostrando di essere efficace nel ridurre il ricorso ai FANS con assenza di effetti collaterali.
Gli enzimi proteolitici naturali (es. tripsina, bromelina) in sinergia con specifici flavonoidi (es. rutina) stanno dimostrando la maggiore efficacia antiinfiammatoria e antidolorifica in recenti studi clinici sull’uomo.
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